Prestazioni in gravidanza e allattamento
Cure dentali nella gestante e prevenzione odontoiatrica nel bambino durante il periodo perinatale (dal concepimento fino a due mesi dalla nascita).
La gravidanza umana dura, per convenzione, 40 settimane a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione e, in tal modo, si individua la data presunta del parto.
Viene comunemente divisa in tre trimestri:
- Dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale alla 13ª settimana di gestazione. È il periodo in cui si formano tutti gli organi dell’embrione (fino alla 9ª settimana) e del feto (fino alla 13ª settimana). È un periodo molto delicato nel quale è meglio evitare il più possibile i trattamenti odontoiatrici e l’assunzione di farmaci, perché appunto fino a tutta la 10ª settimana di gestazione avviene l’organogenesi. Vanno eseguiti solo interventi semplici per alleviare il dolore e tenere sotto controllo possibili complicanze.
- Dalla 14ª alla 20ª settimana i trattamenti odontoiatrici possono essere svolti nella massima sicurezza, in quanto l’organogenesi è completata. E’ il periodo migliore per affrontare terapie più complesse, compresi i trattamenti endodontici e le estrazioni semplici che necessitano di anestesie e rxgrafie (eseguite con cono lungo e centratori e grembiule di piombo protettivo). La gestante può eseguire anche sedute odontoiatriche di una certa durata con relativa comodità sulla poltrona dentistica perché l’utero è ancora al di sotto dell’ombelico. Il secondo trimestre dura fino alla 27ª settimana.
- Dalla 28ª settimana al parto. In questo periodo la gestante va tenuta sulla poltrona dentistica in sedute brevi, in posizione semiseduta con un cuscino sotto la natica destra per impedire la compressione della vena cava inferiore da parte dell’utero.
Nella vita di una donna la gravidanza rappresenta, sotto tanti punti di vista, un periodo molto “speciale” nel quale si verificano complessi cambiamenti parafisiologici in tutto l’organismo e anche nella bocca avvengono modificazioni notevoli. Gli aumentati livelli circolanti di estrogeni e progesterone costituiscono un fattore favorente lo sviluppo dei batteri anaerobi che si annidano nel solco sottogengivale. Gli ormoni ovarici, inoltre, favoriscono la proliferazione di microscopici vasi sanguigni, di connettivo e di epitelio con effetti di rigonfiamento e sanguinamento delle gengive.
Le buone o cattive condizioni di salute orale hanno grande influenza sull’andamento della gravidanza stessa. Esistono, infatti, numerose prove scientifiche che correlano le infezioni gengivali e parodontali gravidiche con il rischio di abortività spontanea, di parto prematuro, di sottopeso alla nascita e di preeclampsia (sindrome che insorge solo durante la gravidanza e per questo è detta anche gestosi, e colpisce sia la madre che il feto).
Queste complicazioni sono dovute al passaggio dei microrganismi patogeni orali (fusobacterium nucleatum, streptococcus mutans) e dei loro prodotti citotossici (prostaglandine, interleuchine, TNFa, endotossine) dalla madre al feto, attraverso la placenta.
La presenza di carie in forma attiva nella madre aumenta il rischio di insorgenza di carie dentale nel bambino, per trasmissione della flora batterica cariogena.
Per queste ragioni, raccomando vivamente alle donne che stanno programmando di avere un bambino di sottoporsi ad un trattamento parodontale professionale (ablazione del tartaro sopra e sottogengivale, curettage e levigatura delle radici) prima del concepimento e di ripeterlo nel secondo trimestre di gravidanza, preferibilmente tra la 14ª e la 20ª settimana di gestazione, il periodo più sicuro per i trattamenti odontoiatrici.
Le modificazioni ormonali che intervengono in gravidanza influenzano la risposta infiammatoria della gestante alla placca e al tartaro: frequentemente le gengive si gonfiano, sanguinano e una o più papille proliferano in formazioni particolari conosciute come epulidi gravidiche (neoformazioni iperproduttive che si manifestano in circa il 10% delle gestanti).
Altre volte si arriva ad avere vere recessioni gengivali con mobilità di alcuni elementi dentari.
Molte donne in gestazione hanno difficoltà masticatorie, alitosi, reflusso gastro-esofageo (dovuto al fatto che l’utero sempre più voluminoso spinge in alto lo stomaco), vomito ricorrente. Nei casi di iperemesi gravidica e di reflusso gastro-esofageo i denti sono abnormemente a contatto con l’acido cloridrico gastrico che li può demineralizzare ed erodere: per questo consiglio di assumere quantità più piccole di cibo, con maggiore frequenza, dopo il vomito risciacquare la bocca con acqua e bicarbonato di sodio (senza ingerirlo), utilizzare spazzolini più morbidi e dentifrici non abrasivi del tipo “repair”.
In alcuni casi può essere indicata l’applicazione locale di gel di fluoro a scopo remineralizzante. Non è, invece, indicata la supplementazione orale di fluoro né per la madre, né per il bambino.
È necessario, dunque, che la gestante esegua una prima autovalutazione per individuare i segni ed i sintomi che sono comparsi nella sua bocca con la gravidanza, per poterli correttamente riferire al dentista.
Ma, anche le donne che non presentano sintomi importanti, dovrebbero richiedere una visita odontoiatrica per stabilire le adeguate misure di igiene orale, di igiene alimentare e di igiene di vita da seguire durante il periodo di gestazione.
Durante la visita odontostomatologica va condotta un’accurata anamnesi clinica per evidenziare e documentare:
- Età gestazionale del feto.
- Comportamenti materni a rischio.
- Condizioni di rischio ostetrico (minaccia d’aborto, parto prematuro, gestosi).
- Ipertensione arteriosa.
- Diabete gestazionale.
- Obesità.
- Trattamenti farmacologici in atto.
- Iperemesi gravidica mattutina.
- Reflusso gastro-esofageo.
- Epulidi gravidiche.
A questo punto il dentista può redigere un piano di trattamento adeguato e corretto, affrontando nell’immediato tutte le urgenze (infezioni acute odontogene, focolai infettivi orali) e rinviando al secondo trimestre (14ª-20ª settimana) i trattamenti più complessi.
La paziente viene adeguatamente informata di ogni dettaglio della procedura prevista e le viene chiesto il consenso all’esecuzione delle stesse.
Durante le sedute odontoiatriche nel mio studio vengono utilizzate tutte le possibili accortezze per eseguire prestazioni nella massima sicurezza, utilizzando i farmaci considerati più sicuri dalla FDA (Food and Drug Administration - Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali USA) e dall’AAP (American Academy of Pediatrics):
- Anestetici locali (lidocaina).
- Anestetici in tubofiale (lidocaina e prilocaina) senza e con adrenalina (epinefrina) ( in gravidanze non a rischio si possono somministrare fino a 5 tubofiale 1:100.000 e fino a 10 tubofiale 1:200.000), ma mediamente non si superano le 2-3 fiale. In gravidanze a rischio solo tubofiale senza adrenalina.
- Antibiotici
- Betalattamici (ampicillina, amoxicillina <senza acido clavulanico>).
- Macrolidi (claritromicina,).
- Analgesici (paracetamolo), (ibuprofene, naprossene <non nel terzo trimestre>).
- Collutori (clorexidina tra 0,05 e 0,2%).
Durante l’allattamento esclusivo al seno va tenuto presente che i farmaci passano nel latte materno nella percentuale dell’1-2%, quindi difficilmente raggiungono livelli significativi per il lattante, ma possono comunque alterare il sapore del latte ed il poppante potrebbe rifiutare l’allattamento. Si possono usare con sicurezza massima il paracetamolo e l’amoxicillina e la lidocaina con adrenalina.
I farmaci andrebbero assunti appena dopo che il bambino è stato allattato e la madre non dovrebbe riattaccarlo al seno nelle successive quattro ore. Nei casi di utilizzo di elevate quantità di anestetico è consigliabile saltare una poppata e sostituirla con latte artificiale; la mamma tirerà il latte della poppata saltata e lo eliminerà.
Il protocollo seguito nel mio studio prevede 3 controlli durante tutto il periodo della gravidanza nei casi che decorrono senza problemi ed un monitoraggio mensile o bimestrale nei casi problematici.
Durante gli incontri viene monitorato lo stato di salute orale, vengono verificate le procedure di igiene orale domiciliare, vengono precisate le norme di igiene alimentare e vengono programmate ed eseguite le metodiche di profilassi e le cure conservative e parodontali per eliminare ogni significativo rischio per la madre e per il nascituro.